Rosso e nero

Rosso e nero

Renzo De Felice, massimo storico italiano, autore della biografia di Mussolini, di cui si aspetta l'ultimo volume (Mussolini. L'Alleato- La guerra civile), ha consentito che un giornalista- Pasquale Chessa, vicedirettore di "Panorama" per gli affari culturali - entrasse nel suo laboratorio storiografico. Ne è scaturito un libro con due anime: dell'intervista giornalistica ha il pregio della sintesi e le tensioni dell'attualità, del saggio storico ha la profondità dei temi e la forza dei documenti, spesso inediti. Unico lo scopo. Spiegare la crisi del tempo presente riscoprendo tutte le verità, anche le più dolorose, del passato, per rispondere alla domanda chiave: perchè, dopo cinquant'anni, la cultura di questo paese non è riuscita e, tutto sommato, non vuole fare i conti con la sua storia? "La Resistenza è stata un grande evento storico. Nessun 'revisionismo' riuscirà mai a negarlo. Ma la storia, al contrario dell'ideologia e della fede, si basa sulla verità dei fatti piuttosto che sulle certezze assolute. Descrive il mondo come è stato, non come si vorrebbe che fosse stato. Una 'vulgata' storiografica, aggressivamente egemonica, costruita pre ragioni ideologiche, spesso usata per scopi politici, ha creato, invece, una serie di stereotipi che ci hanno impedito di dipanare quell'intricata matassa in cui si aggrovigliano i nodi irrisolti degli ultimi cinquant'anni della storia d'Italia."Il dramma vissuto dagli italiani fra l'8 settembre 1943 e il 25 aprile 1945, è stato sfigurato da una storiografia che ha ridotto la Resistenza a oggetto di culto. E' stata invece una pagina fondamentale della storia d'Italia che bisogna studiare, con l'etica della scienza, per capire il danno alla moralità nazionale consumato in quel biennio e le ragioni della mancata ricostituzione di quel tessuto morale andato perduto.
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