Nello scrigno della storia. Piccole e grandi vicissitudini di una città controversa

Nello scrigno della storia. Piccole e grandi vicissitudini di una città controversa

Con questo agile lavoro abbiamo inteso rivolgerci in modo particolare ai giovani, allo scopo di avvicinarli alla conoscenza del dialetto triestino, attraverso la storia della città nel XIV secolo: un secolo nel quale si è sviluppata quella che, in seguito, è diventata la Trieste moderna. A partire dal Basso Medioevo, genti della più varia provenienza confluirono a Trieste dove mercanti, artigiani e popolani si incontravano con una nuova parlata, nata spontaneamente dal veneziano, la lingua franca dell'epoca usata per commerciare sul mare Adriatico. E così, mentre l'uso del latino si andava restringendo alle classi più colte, anche il ladino iniziò a lasciare il posto a questo nuovo idioma. Nel corso del tempo, italiani, tedeschi, slavi, greci, levantini, arabi e africani affollarono il grande porto di Trieste, spinti dal mutuo interesse alle negoziazioni commerciali in una "zona franca". La città divenne un crogiolo dei più diversi accenti, che seppe trovare la sintesi ideale di convivenza in quel nuovo e vivace idioma, in continua crescita e trasformazione, di pari passo con il modificarsi urbano.
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