Importante è perdere. Storie di chi ha vinto senza arrivare primo (L')

Importante è perdere. Storie di chi ha vinto senza arrivare primo (L')

Si può perdere ed essere grandissimi, così come vincere ed essere dimenticati. Questo libro racconta di uomini e di storie, prima che di atleti e di numeri, di gare epiche e di finali mai scontati. Non fatevi ingannare dagli ordini d'arrivo, dalle vittorie o dalle sconfitte: lo sport, come la vita, non può limitarsi solo agli albi d'oro. Ci sono storie che hanno lasciato un segno al di là del loro valore sportivo, come quella di Tommie Smith e John Carlos ai Giochi di Città del Messico 1968, quelli del pugno chiuso, del guanto nero, della protesta razziale. Per quel gesto i due persero tutto: carriera, famiglia e ogni possibilità di sfruttare la gloria che dà una medaglia olimpica. 0 storie di autentica lealtà come quella di Michael Bennett, Richard Evans, lan Haslam e William Moore, il quartetto inglese di ciclismo su pista che rinunciò all'oro mondiale nel 73 a favore dei tedeschi occidentali caduti accidentantalmente prima del traguardo. Rugby, calcio, atletica, ciclismo, baseball, sci: in ogni disciplina sportiva il valore del risultato è spesso commisurato allo spessore umano di chi l'ha conseguito. Si può scegliere tra vincere da arroganti o perdere da gentiluomini. Non ci sono dubbi: questi ultimi sono i veri fuoriclasse, uomini che hanno vinto senza arrivare primi.
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