Nostra signora dei calzini

Nostra signora dei calzini

"Ecco come è successo il fattaccio: prima sono andata al mercato e ho comperato le calze. Poi ho scritto una poesia in cui io e la signora che vende i calzini discutevamo del perché i calzini si perdono. Poi le persone hanno iniziato a chiamarmi la Signora dei calzini. E stato allora, in quanto Signora dei calzini, che ho scritto altre poesie. Poesie che raccontano di cose come i calzini: cose che si perdono o che si ritrovano. Cose come oggetti, pensieri e anche altre cianfrusaglie, soprattutto amorose. Le mie poesie c'entrano con le calze perché secondo me hanno i piedi per terra. Però mica sempre: quando leggo le poesie in pubblico, appendo vestiti, oggetti e cianfrusaglie ad un filo, molletta dopo molletta. Mi piace, in effetti molto, anche ciò che sta sospeso in aria. Come i calzini stesi, appunto. Perciò si ritorna sempre ai calzini. Il che vuol dire, che in qualche strano modo, il discorso fila".
Al momento non disponibile, ordinabile in 3 settimane circa

Dettagli Libro

Libri che ti potrebbero interessare

Basi di dati
Basi di dati

Luca Cabibbo, Riccardo Torlone, Carlo Batini
Disequazioni trascendenti
Disequazioni trascendenti

Ragagni Maria, Negrini Paolo
Prestiti
Prestiti

Dario Spelta
Le navi dei veleni e le bonifiche dei siti contaminati
Le navi dei veleni e le bonifiche dei si...

Egidi Demetrio, Vannini Stefano