Il riflesso della mafia

Il riflesso della mafia

«Fu in una di quelle sere sotto i portici di via Ruggero VII, a Palermo, che subii l'aggressione di tre "balordi" ... Il questore lo incontrai nel tardo pomeriggio quando ormai le agenzie avevano dato la notizia che ad aggredirmi era stato Gerlando Chiarelli, il fratello della moglie di Totò Cuffaro». [Francesco Forgione] «Ricordo i giorni successivi alla morte di Giovanni, di Francesca e dei ragazzi della scorta. Ricordo Paolo in quei giorni, il suo dolore, ma anche la sua voglia di fare. Ci diceva: "Devo fare in fretta, perché non ho tempo"». [Rita Borsellino] «Si riduceva non solo l'azione dell'antimafia, ma di tutta la macchina giudiziaria. Ci era permesso di lavorare a patto che non creassimo grattacapi al potere. Ci consentivano l'indipendenza subordinata ad intoccabili livelli. Una magistratura da "sterilizzare"». [Gian Carlo Caselli]
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