Dulcamara

Dulcamara

"Strana cosa, il Teatro. Un'arte spuria, praticata da una curiosa etnia, ancora ieri nomade ed endogamica, un aristocratico artigianato, un mestiere caduco, un linguaggio in equilibrio - meglio: in bilico - tra la leggerezza aerea della parola e la gravità del corpo. Ecco, il Teatro. Un'azione reale esercitata nell'artificio, finta ma non falsa. Una verità di secondo grado. Un luogo e un tempo dove no vuol dire più spesso sì, e il sì non è poi così certo. [...] Un autore teatrale come Rosario Galli parla poco di sé. Se lo fa affida con pudore a tanti personaggi diversi il proprio senso della vita, la sua vocazione, inclinazione, formazione, esperienza, curiosità. Una contronarrazione che indica quello che nasconde: un profondo, radicale, esaltante, talvolta rabbioso e disperato amore per la scena. [...] Dulcamara, questo breve capitolo di arte e di vita, va letto oltre i personaggi e le storie che racconta. E una summa di spunti che illustra ed interpreta al meglio il tema della vitalità del teatro nel suo ancorarsi alla pagina solo per rammentarsi il tempo e l'aura della sua passata e futura rappresentazione. Va letto prospettiva, in fuga, come il "copione" di un suggeritore che vuole soprattutto essere suggerito. Gaia e anarchica confusione di teatro e vita." (dalla Prefazione di Giancarlo Sammartano)
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