Il problema dell'equilibrio da Aristotele a Varignon

Il problema dell'equilibrio da Aristotele a Varignon

Il problema dell'equilibrio è stato influenzato per molti secoli dalla filosofia di Aristotele. Il suo assioma dinamico è stato considerato a lungo come concetto cardine, sia che esso fosse assunto come postulato sia che esso fosse inteso come proprietà da dimostrare mediante teoremi. Ma il "grande problema metafisico" - per usare le parole di D'Alembert - se la statica possa essere vista come un caso estremo ed anomalo della dinamica o se alternativamente sia nella natura delle cose che la dinamica sia basata sulla statica, individua come punto cruciale della questione l'incertezza che ha circondato da sempre il concetto di forza. La storia della meccanica è in qualche modo simile alla storia della metafisica: la sua evoluzione non si è organizzata in un modello narrativo basato sulla crescita delle conoscenze empiriche, ma sul perenne conflitto d'interpretazione concernente la stessa questione originale. La conquista del concetto di forza come grandezza vettoriale intimamente connessa per sua stessa definizione alla legge di composizione mediante la regola del parallelogramma ha richiesto circa venti secoli. Da allora in poi la fune diventa la materializzazione della direzione di una forza e consente a Stevino, Roberval e Varignon - più o meno contemporaneamente - di enunciare la legge di composizione delle forze.
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