Gli incredibili. 1985-1995, l'età dell'oro del tennis

Gli incredibili. 1985-1995, l'età dell'oro del tennis

Nella sua storia ultracentenaria, il tennis è stato lungamente considerato uno sport d'élite, lontano dal mutevole contesto sociale e mediatico. In realtà ha attraversato molte fasi e altrettanti cambiamenti, diventando sempre più popolare e diffuso, per poi attestarsi finalmente come disciplina globale. Una delle sue evoluzioni più interessanti e radicali è di certo quella sopraggiunta a metà degli anni Ottanta e idealmente identificabile nell'edizione 1985 di Wimbledon, che vide la dirompente vittoria del diciassettenne Boris Becker. Grazie a lui e ad altri giovani talenti che lo seguirono, da quel momento il tennis divenne sempre più attraente e spettacolare, in un certo senso più "pop", ed ebbe inizio un periodo di incredibile qualità, poiché i nuovi tennisti abbinavano i canoni della scuola classica delle racchette di legno alle possibilità offerte dai moderni telai hi-tech e potevano eseguire colpi nuovi, più veloci e potenti. Fu un decennio di campioni epocali (oltre a Becker, non si può evitare di citare almeno Edberg, Sampras e Agassi) e di tornei straordinari, una vera e propria età dell'oro della disciplina. Un momento magico che finì quando la generazione successiva, formatasi usando i telai di ultima generazione, sviluppò una tecnica ancora più estrema e potente che portò a una standardizzazione del gioco, sempre più ancorato alla forza atletica e sempre meno al talento e alla fantasia. Con la capacità di analisi che lo contraddistingue e avvalendosi anche dei contributi di molti protagonisti dell'epoca, Marco Mazzoni ripercorre per noi quei dieci anni che oggi si possono definire con un aggettivo solo: incredibili.
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