Uno sguardo famelico. Il cinema di Roberta Torre

Uno sguardo famelico. Il cinema di Roberta Torre

Quando, nel 1997, il suo "Tano da morire", originalissima fusione di musical e film sulla mafia, venne presentato con clamore alla Settimana della Critica di Venezia, la milanese Roberta Torre, già da qualche anno trasferitasi a Palermo, era nota soltanto in una ristretta cerchia di cinefili per alcuni suoi notevoli cortometraggi. Il grande successo arriso al lungometraggio d'esordio, ha lanciato una carriera artistica di costante qualità e capacità di sperimentazione. Molto attiva anche in campo teatrale, autrice di romanzi e fotografa, la Torre ha messo assieme negli anni una filmografia ricca in cui si mescolano con scioltezza documentario e fiction. Tra i suoi film, sempre sorprendenti e assai apprezzati dalla critica, ricordiamo, il premiatissimo "Angela", melodramma sulla malavita affrontato con sguardo da entomologa, il noir "Mare nero" che sviscera una morbosa sessualità maschile, "I baci mai dati", commedia sociale su una "santa" tredicenne in un quartiere povero di Catania. Nel 2017 la Torre è tornata all'antico mescolando mondo criminale e musical, aggiungendovi con sapienza Shakespeare e psicanalisi, colori sgargianti e spettacolari canzoni e coreografie: il risultato è Riccardo va all'inferno, opera di lucente forma e lucida sostanza, che, con la sua complessa stratigrafia, rappresenta un po' la summa del suo cinema. Legatissima al mondo siciliano, nondimeno la Torre, di cui per la prima volta questo volume analizza in modo organico e analitico i film e la carriera cinematografica, ha saputo estrapolarvi una poetica che va molto al di là del dato concreto del "reale" per creare un universo in cui compaiono spesso aspetti surreali e grotteschi al fine di una rappresentazione e comprensione "famelica" della società che ci circonda.
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