Esercitarsi a morire. Mistica e filosofia
«Esercitarsi a morire» è la definizione platonica della filosofia, vita da condursi nel sempre rinnovato distacco dalle passioni, in modo che l’intelligenza si liberi da ogni condizionamento e possa muoversi verso la celeste «pianura della verità». I cristiani dei primi secoli riconobbero in questo la coincidenza con l’appello evangelico alla rinuncia a sé stesso, il distacco più radicale, ovvero a quella «morte» da cui proviene la nuova vita, tanto che Agostino – ad esempio – non esita a dire che filosofia e cristianesimo sono la stessa cosa. Questa consapevolezza si è quasi del tutto perduta nei secoli, dal momento che la filosofia ha cessato di essere una pratica di vita e il cristianesimo è diventato una credenza, ma si è comunque mantenuta in quella tradizione spirituale che – da Eckhart ad Angelus Silesius, da Margherita Porete a Simone Weil – ha accompagnato e accompagna ancora, sia pur sotterraneamente, la storia filosofica e religiosa dell’Occidente. Riportare alla luce questa tradizione, anima della filosofia e insieme del cristianesimo, sottolineando così il carattere razionale della mistica e distinguendola dalla mistificazione, è ciò che tenta il presente libro.
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