La matematica. Linguaggio poietico, problema filosofico

La matematica. Linguaggio poietico, problema filosofico

Il numero e la misura appartengono a un aspetto della parola che rende possibile il rapporto tra l'invisibilità del pensiero e la percepibilità del mondo sensibile: tra pensiero e luce. Senza questa mediazione, per gli esseri umani l'invisibile - il sovrasensibile - non esiste e il sensibile non ha alcun significato. Si può anche dire che in quanto mediazione tra sensibile e sovrasensibile, visibile e invisibile, questo aspetto della parola è l'essenza stessa dell'uomo. Il numerare e il misurare sono certamente connaturati alla coerenza del parlare, ma non sono riducibili al ragionamento; v'è in essi qualcosa di più geneticamente intrinseco a ciò che rende possibile la parola. Così, pur essendo la logica uno strumento indispensabile alla matematica, la matematica è irriducibile alla logica. Ovvero: la matematica ha, da un punto di vista tecnico, dei problemi che possono essere affrontati soltanto con la logica, ma la matematica come tale è un problema squisitamente filosofico. Sono questi i presupposti che hanno indotto Imre Toth a riprendere la riflessione sulla matematica a partire dagli antichi, dalla Grecia preclassica e classica.
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  • Titolo: La matematica. Linguaggio poietico, problema filosofico
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  • Editore: Biblioteca d'Orfeo
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  • ISBN: 9788895310404
  • Filosofia - Logica

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