La religiosità finale di Antonio Gramsci

La religiosità finale di Antonio Gramsci

Il racconto degli ultimi giorni di vita di Gramsci rappresenta da sempre un tema che suscita un interesse speciale. Come in un qualunque racconto o narrazione, il finale rappresenta l'ultima verità, così anche nel racconto della vita di un essere umano, la morte, e soprattutto l'ultimo pensiero prima di morire, danno conto del risultato di una trama tanto complessa quanto lo è la stessa vita umana. Ci si affida spesso alle ultime parole di una persona per coglierne il pensiero di un'intera vita. Ma è davvero importante aver detto o scritto quell'ultima frase che invoca Dio? Aver pronunciato per via di labbra o penna una formula di conversione alla fede? La conversione come fatto storico - la pronuncia o meno di certe parole - è poco importante. Ciò che è realmente importante è l'idea, una sola. Dostoevskij disse che l'umanità era stata capace di una sola grande idea, a fronte della quale tutte le altre quasi non avevano diritto di essere chiamate con lo stesso nome. Questa idea era fede in Dio e la resurrezione dai morti, al dl à di tutto, della storia e della vita di una persona, qualcosa ci precede e ci eccede, ed è il fatto religioso come "domanda privata a Dio".
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