Ho visto gli gnomi...
Nel testo di Carrucoli la figura dello gnomo assume un valore altamente simbolico: tra ironia, avventure e saggezza, esso esprime la forza pedagogica della persona che si riappropria degli spazi che gli sono stati sottratti, alterati, e su questi vigila a rassicurare che ancora non tutto è perduto, che c'è una "pliche" nell'animo umano in grado ribellarsi. Carrucoli si oppone in tal senso a quell'umanità ciarliera che non sa porsi in ascolto, che non riconosce il valore della diversità , che non sa cos'è il silenzio, che non percepisce la voce della Natura della quale però fa parte. Ma gli gnomi possono salvare i grandi uomini e riabilitarli all'armonia dell'universo dalla quale si sono allontanati. Attraverso lo gnomo, ci riappropriamo della natura come liquor affettivo, dell'ascolto e del "ruah" esistenziale che è parte integrante di noi stessi, il nostro ambiente amniotico da cui ci allontaniamo, ma al quale per gravità siamo richiamati. Lo gnomo diventa "conoscenza" e "riconoscenza" ed è per questo che la sua figura è essenziale se vogliamo riconoscerci ed apprezzarci senza ricorrere ad ipertrofie esistenziali che ci annullano e ci mortificano.
Al momento non disponibile, ordinabile in 3 settimane circa