Vuoti a perdere. Vita, morte e kalashnikov

Vuoti a perdere. Vita, morte e kalashnikov

Ormai in viaggio da tre giorni, il carico umano ammorbava l'aria lungo la sua scia. Le uniche soste ammesse erano per il carburante. Chi scendeva per le proprie necessità lo faceva rischiando di rimanere a terra. Il paesaggio cambiava da chilometro in chilometro. Amal, immaginò così come sul metrò di Parigi, dove, aveva detto il padre, ad ogni stazione potevi aspettarti ambientazioni tanto diverse. La savana, lasciava sempre più spazio alla sabbia del deserto. Attraversarono decine di villaggi La guerra civile aveva di fatto annientato ogni possibile ipotesi di sviluppo e crescita del paese. Non vi era villaggio lungo il percorso, che non portasse in se l'odiosa immagine della violenza e della sopraffazione. Le povere costruzioni erano segnate da profonde cicatrici. La ragazza non riusciva a credere all'indifferenza suscitata al transito di questi carri bestiame. Come assuefatta, la gente era talmente abituata ai convogli che reagiva allo stesso modo degli abitanti delle case lungo la ferrovia, quando al passaggio del treno nemmeno si giravano per uno sguardo.
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