Il taccuino del tempo

Il taccuino del tempo

"Non essendo un critico letterario mi guarderò bene dal parlare di stile e fare riferimenti culturali. Mi limiterò a dire quello che ho sentito nel leggere queste poche ma intense righe e cercare di darne una chiave interpretativa anche, o soprattutto, a sua insaputa (cosa che, in un certo senso, va di moda). La prima cosa che salta agli occhi è l'immediatezza e la chiarezza dei concetti, che intagliano sul legno della vita il vero sentire dell'autore: le figure retoriche sono centellinate solo quando servono e la scrittura non indugia mai sull'autocompiacimento, non ammicca al lettore con ghirigori stilistici. È La cifra di G. B., la visionaria concretezza del Capricorno che lascia spazio solo alla verità che è sempre soggettiva e parziale ma è pur sempre verità o ricerca della stessa. Io sono così, non infingo, non mi ergo, non mi abbasso, ho una mia prospettiva del mondo, un'educazione in cui il pane è pane e così pure il vino (una sana deformazione etilica che ci accomuna sin dai tempi del liceo). Ma non è un 'prendere o lasciare' senza contraddittorio, è, semmai, il denudarsi di un'anima sincera nel suo orgoglio e viceversa." (Mario Di Bella)
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