Egualmente libere? Chiese evangeliche e libertà religiosa in Italia (1943-1955)

Egualmente libere? Chiese evangeliche e libertà religiosa in Italia (1943-1955)

Il crollo del regime di Mussolini alimentò nel gracile mondo dell'evangelismo italiano speranze legittime di superamento della vecchia legislazione fascista e di ritorno al regime separatista del Risorgimento. L'evangelismo italiano mancava tuttavia di strumenti adeguati di pressione politica, né aveva sviluppato una matura riflessione giuridica sui rapporti tra Stato e Chiesa necessaria alla lotta per la libertà religiosa. In questo senso si comprende come all'Assemblea Costituente la scienza giuridica del cattolico Dossetti prevalse e contribuì alla marginalizzazione della materia del trattamento giuridico delle varie confessioni di minoranza, considerate peraltro organismi giuridici non originari e quindi sottoposte interamente all'ordinamento dello Stato. La legislazione sui culti ammessi rimase in piedi e con essa tornarono le vessazioni contro le comunità protestanti in Italia, mentre lo strumento dell'intesa, previsto dall'art. 8 della Costituzione, rimase inattuato fino agli anni Ottanta, ovvero all'indomani della revisione del Concordato con la Chiesa di Roma.
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