Dolore

Dolore

Ci sono storie di cui è difficile parlare. Non le vorremmo neanche ascoltare certe storie. Figuriamoci leggerle, commentarle, ricordarle. Stanno dentro alle pagine di un libro qualunque, senza pretese, magari scritto da una persona semplice, con fatica. Qui non c'entrano il talento, la fantasia, le doti letterarie (ma esistono davvero?). Qui c'entra la vita. E la vita non può stare dentro a un libro, perché un libro non sanguina, non urla, non muore. La vita deve restare fuori, soprattutto quando fa tutto per fregarti e giureresti che è la tua nemica peggiore, la più spietata. "Dolore" è un romanzo che non vorresti leggere. Eppure racconta una storia d'amore, dopo tutto. Una storia d'amore vera, come se ne vedono poche in giro. Ed è questo il problema. Quando l'amore è vero non esistono accordi, mediazioni, soluzioni. Esiste solamente una vertigine spaventosa molto simile a una battaglia feroce e tenera che ti salva oppure ti fa a pezzi. Colpi violentissimi e carezze, baci e sbrani, fino all'esaltazione, al degrado più infimo e all'odio, che è l'unica prova, a volte, dell'esistenza dell'amore. E tutto porta ad un unico finale, "quell'inevitabile follia".
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