Dedejme

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A Pjatigorsk, città russa del Caucaso settentrionale, Channa prepara i festeggiamenti per i settant'anni del marito Natan, il patriarca dei Saviev. Tutto deve essere come "si deve", così si usa a casa sua, così fanno i ricchi ebrei delle montagne. Ma dietro la calma superficie delle apparenze, molte relazioni si consumano tra incomprensioni e conflitti. La giovane nipote intenta a servire alla tavola degli uomini le pietanze della tradizione, spera di riabbracciare Zina e Dovid, i suoi genitori naturali, che vede solo in rare occasioni: nonna Channa, già madre sette volte, l'ha cresciuta come figlia sua, allontanandola da loro. Avere con sé una bambina le consente l'illusione che il tempo non passi, ma ora paga la violenza di quell'imposizione con la costante paura di perdere l'amore della nipote, che, a sua volta, teme di aver perso l'amore dei veri genitori. Il mondo della tradizione prescrive inflessibili riti generazionali, dentro i quali la libertà personale delle donne passa in secondo piano, condannandole prima al volere paterno, poi a un matrimonio imposto e infine a una maternità celebrata da canzoni e poesie, ma sempre senza un vero appagamento. Sul finire del secolo scorso, però, la modernità si insinua anche in una società in cui rispettare le tradizioni sembra l'unico modo per vivere tranquilli. Quale sarà, a quel punto, il limite tra il perpetuarsi dei modelli del passato e la dirompenza delle nuove generazioni?
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