Aritmie. Storie di ordinaria diversità
«Sei disteso nell'erba, in quell'incolto coriandolo di giardino che ti resta. Hai gli occhi splendenti e sorridi appena. Mi basta un rapido giro di occhi per accorgermi che la porta d'ingresso, il cancello, i balconi, le finestre e il tuo mondo fatto di contraddizioni, paradossi, fatto di assurdi poli opposti è – come sempre – tutto spalancato. La tua casa sembra galleggiare in una sorta di sospensione lattiginosa. È un'immagine che non mi dà pace. La tua casa tutta aperta, così, alla mercé del mondo, mi infastidisce. Scatena ricordi, risveglia rancori, allora faccio la voce grossa…»
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