Giuè

Giuè

Calabria, sabato 1 maggio 1920: la quotidianità di Giosuè, detto Giuè, contadino analfabeta, scorre come sempre, nel suo piccolo mondo lontano da tutti. Non sa che di lì a poco la sua vita cambierà, non sarà mai più la stessa. Si ritroverà di colpo inchiodato a una sorte che lo trasformerà in un perfetto capro espiatorio da consegnare alla grottesca verità. L'immaginazione narrativa di Antonella Perrotta, partendo da un fatto realmente accaduto, distilla una fiaba giudiziaria ricca di grovigli di tensione, in bilico tra dramma e leggerezza, tra superficie e abisso, tra disperazione e speranza. La storia di Giuè diventa così una delicata e potente analisi dell'ipocrisia, della giustizia mancata, dell'indifferenza ma anche della capacità di reagire all'imprevisto. Una fruttuosa commistione tra realtà e fiction, per un romanzo ambientato nel tumulto del primo dopoguerra, con fatti e misfatti tanto attuali come allora.
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Recensione del libro fornita da lottavo.it

Di Martino Ciano

Giuè è un contadino analfabeta lontano da ogni ideologia, da ogni promessa di progresso, da ogni idolatria politica. Lui vive solo per il suo podere e per la sua famiglia. La moglie lo definisce un’isola proprio per la sua attitudine misantropica. Eppure, sarà lui il capro espiatorio attraverso cui si metterà fine alla guerra politica tra socialisti e popolari, culminata in un omicidio avvenuto nel corso degli scontri del primo maggio 1920. E potremmo anche...

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