Il pianto del randagio

Il pianto del randagio

Il tempo è sostato troppo a lungo in certi luoghi, dove una nostalgia ormai incallita, le case povere e i palazzetti antichi, sembrano difendere ostinati la memoria. Badolato, antico e suggestivo borgo medievale, è un vero e proprio scrigno di storie, ogni sua viuzza e pietra secolare sono stati muti testimoni di viandanti e generazioni. Su un panorama mozzafiato, tra mare e monti, tra vicoli stretti e chiese, è impresso, tra storia e leggenda, il passato del suo popolo, intriso di fede e superstizione, fatiche e sofferenza, dignità, orgoglio e devozione. In queste pagine, il narratore, questuante del Convento di Santa Maria degli Angeli, apre lo scrigno dei ricordi e dei racconti. Nella seconda metà dell'Ottocento, un amore sboccia illecito tra Margarita e Vittorio Valle, due giovani appartenenti a diverse caste sociali: lui è nipote della Baronessa Scoppa, lei è figlia del loro intendente, Andrea Sorra, e della loro sarta e serva di casa, Angiolina. L'amore tra i giovani, com'era ovvio che fosse, è osteggiato dalle famiglie che tessendo una serie di imbrogli costringono la ragazza a sposare il pastore Carmine. Unica via di salvezza per Margarita è la fuga con il suo amante a Messina, dove la coppia si stabilisce fino alla nascita della figlia, quando Margarita avverte una profonda nostalgia e così rientrano al paese d'origine. A Badolato nascono altre due bambine che porteranno la pace con la famiglia della ragazza e una serie di innovazioni sociali segneranno un profondo cambiamento per il borgo. Alcune barriere lentamente cadranno, nuove barriere si uniranno alle vecchie ed altre si apriranno inevitabili e impietose in un lento salasso di energie e umanità che man mano si disperderanno per il mondo.
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