I ragazzi del 1899. Testimonianza di un diciottenne

I ragazzi del 1899. Testimonianza di un diciottenne

Nel 1915 l'Italia entra in guerra. Due anni dopo avviene la disfatta di Caporetto, da parte degli eserciti austro-ungarici, la più grande sconfitta subita dall'Italia. Era novembre del 1918 quando Diaz sostituì Cadorna e si giunse alla battaglia di Vittorio Veneto che, grazie all'aiuto sostanziale dei diciottenni, si concluse con la famosa vittoria. Anche in Albania, nell'ambito della Prima guerra mondiale, i ragazzi del'99 si distinsero a combattere contro l'Impero austro-ungarico. Nel modo che in questo libro si riporta, il reduce di guerra, Giuseppe Giunta, inviato con gli altri in Albania, annota nelle proprie memorie. "Eravamo quasi a metà della strada che separa Alessio da Koros... meta del trasferimento strategico del 50° Gruppo Artiglieria di Montagna, Secondo Reggimento, al quale appartenevo". I fatti storici si concludono solo apparentemente perché il sangue versato e le inutili stragi, come disse papa Benedetto XV, segnano cicatrici indelebili che devono essere custodite nella memoria dell'uomo per non dimenticare.
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