Geografie parallele. Lo studio e l'insegnamento della geografia nelle Università di Pavia e di Milano dall'Unità al secondo dopoguerra
L’espressione “geografie parallele” indica le forme che caratterizzano lo studio e l’insegnamento della materia nelle università di Pavia e di Milano dall’Unità d’Italia a metà Novecento. La definizione del quadro giuridico e operativo dell’antico Ateneo di Pavia e dell’Accademia Scientifico-Letteraria di Milano si deve all’applicazione della Legge Casati (1859), che prevede specifiche norme per le due università lombarde (nonché per il futuro Politecnico di Milano). Le due facoltà letterarie competono però nell’attrazione di docenti, studenti e risorse finanziarie, tanto che ognuna delle due rischia la soppressione per consentire la sopravvivenza dell’altra. Soltanto la Legge Coppino (1879) ripristina la piena funzionalità della facoltà pavese e un modus vivendi fra i due atenei, che – ora sì – possono procedere per vie parallele evitando reciproche interferenze, anche grazie all’aumento degli studenti, alla presenza di docenti di livello adeguato e alla maggiore disponibilità di risorse economiche.
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