Il passo dell'adorno
Il passo dell'adorno di Giuseppe Francesco Zumbo non è soltanto un romanzo; è un'elegia vibrante, un lamento epico che affonda le mani nella terra squarciata della Calabria tra la fine del Settecento e l'alba del secolo successivo. Il lettore è immediatamente catturato dall'intensa e struggente storia d'amore tra Mercurio e Costanza, le cui radici nobili, affondate rispettivamente a Seminara e Bagnara, si scoprono essere rami spezzati da un odio familiare tanto antico quanto ingiusto. La loro unione, costretta all'ombra e al segreto, si fa metafora del destino stesso di una regione bella e dannata, costantemente in bilico tra la ricchezza delle sue tradizioni e la miseria delle sue ingiustizie. Le strade che i due amanti percorrono in clandestinità sono disseminate non solo dal sospetto e dalla fuga, ma anche dall'eco sorda di un cataclisma che ridefinì la storia: il terribile terremoto del 1783. Mercurio e Costanza, sopravvissuti a perdite gravissime, trovano nella reciproca disperazione non la fine, ma un nuovo, doloroso modo di crescere e di amare. L'Autore, con una prosa lirica e profondamente intimista, offre un affresco prezioso della società calabrese, cogliendone la ferita più profonda: la disillusione e rabbia sociale causate dalle conseguenze politiche e dalla mancata giustizia successiva alla catastrofe. Le riforme promesse, il cui fallimento anticipa i prodromi della crisi post-unitaria, si riflettono nel cinismo dei potenti e nella miseria dei deboli, ma è qui che la speranza non muore.
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