I Miroirs e la poetica dualistica del riflesso

I Miroirs e la poetica dualistica del riflesso

I Miroirs (1905) costituiscono una raccolta di brani per pianoforte che segna nella mia evoluzione armonica un punto di svolta tanto considerevole da sconcertare i musicisti fino ad allora più assuefatti alla mia maniera. Il brano composto per primo e il più tipico di tutti è secondo me il secondo della raccolta: Oiseaux tristes. [Vi evoco] uccelli perduti nel torpore di un'oscura foresta, nelle ore più calde dell'estate. Questo è quanto scritto nella Esquisse autobiographique di Maurice Ravel sui Miroirs. Essi rappresentano senza dubbio un punto di svolta per la sua produzione compositiva. Precedono questa composizione già diverse opere, tra cui ricordiamo soprattutto il Menuet antique e la Habanera per pianoforte risalenti al 1895, i Jeux d'eau per pianoforte realizzati nel 1901 e il Quatuor en fa per quartetto d'archi collocabile tra il 1902 e il 1903. Miroirs significa letteralmente specchi, un titolo molto inusuale che però ha la capacità di racchiudere e spiegare la poetica musicale che Ravel decide di intraprendere proprio con questa raccolta.
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