Storia di un dio da marciapiede

Storia di un dio da marciapiede

Méndez è un poliziotto che ama fare servizio in strada e passare le notti nei quartieri malfamati di Barcellona, dove soltanto i cani possono tenergli compagnia. E, anche se è una vecchia carogna, i cani randagi, coi loro occhi umidi e imploranti nella notte, lo commuovono ancora. Non è strano, perciò, che si avventuri un giorno dalle parti del Cimitero Nuovo per una missione che nessuno gli ha affidato: trovare e soccorrere un cucciolo che si è smarrito da quando al canile municipale hanno deciso di ammazzare la madre, una cagnolina coraggiosa e intraprendente. Méndez si spinge cosí nel luogo in cui si è rintanato il cucciolo, una specie di magazzino con le pareti sul punto di crollare, in mezzo ai calcinacci. Nel magazzino cade e inciampa piú volte, bestemmia e maledice i ragazzi che gli hanno indicato quel luogo e persino la cagna che ha messo al mondo il cucciolo, poi urta col piede un muretto e precipita in una specie di buca. Tira precipitosamente fuori l’accendino e, al chiarore rosato della fiamma, scorge dapprima gli occhi spaventati del cucciolo e poi quelli opachi di una bambina. Morta. Méndez non è che l’ultimo commissario di quartiere di Barcellona, il meno importante. Davanti agli occhi di quella bambina, però, in cui sembra sia entrato il cielo, comprende subito che nessuno gli toglierà quel caso. Nessuno, questa volta, lo costringerà in un angolo.
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