Vittime perfette e la politica del gradimento
Dopo il 7 ottobre 2023 il tema della rappresentazione dei palestinesi e del loro diritto di parola è diventato, se possibile, ancora più attuale. Chi può descrivere l’orrore in Palestina e tratteggiarne un contesto veritiero, senza ipocrisia, durante un massacro trasmesso in diretta mondiale? Di chi la voce che possa rappresentare persone in lotta per la propria liberazione e non solo vittime perfette a uso e consumo dei media internazionali? Mohammed El-Kurd, poeta, scrittore e giornalista nato a Sheikh Jarrah, combina la sua esperienza personale di palestinese che ha subito l’allontanamento forzato da casa, con la storia del suo popolo e il reportage sugli ultimi avvenimenti dell’occupazione di Gaza. In questo saggio riflette sul modo in cui il potere politico delle immagini condiziona e modifica come ci relazioniamo con il mondo. Se guardiamo all’ambito geopolitico e dei diritti umani, le immagini non si limitano a rappresentare: decidono chi è degno di compassione, chi può parlare, chi può esistere e resistere. Perché i palestinesi devono dimostrare continuamente la loro umanità per essere accolti? Perché non possono odiare il loro oppressore e devono invece limitarsi a chiedere al mondo di sopravvivere? Vittime perfette ci interroga sulle fondamenta del discorso pubblico, andando oltre l’attualità. Se per essere ascoltati i palestinesi devono diventare “accettabili”, allora gli strumenti stessi dell’ascolto sono compromessi. Con una prosa coraggiosa e precisione lirica, Mohammed El-Kurd rifiuta una vita trascorsa a essere oggetto di un discorso e mai soggetto. Invece di chiedere agli oppressi di comportarsi come una vittima perfetta, El-Kurd ribalta lo sguardo e chiede ad amici e nemici di guardare i palestinesi negli occhi, rinunciando sia alla deferenza che alla condanna.
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