Lo sfruttamento dei rider del food delivery. Caporalato, lavoro straniero e piattaforme digitali

Lo sfruttamento dei rider del food delivery. Caporalato, lavoro straniero e piattaforme digitali

Pensare che il caporalato e lo sfruttamento lavorativo riguardino solo il settore agricolo e le zone rurali del nostro Paese è un errore. I recenti provvedimenti giudiziari sull'intermediazione illecita in danno dei rider del food delivery hanno svelato l'esistenza di pratiche di sfruttamento lavorativo anche nell'ambito della gig economy. I giudici hanno dimostrato come dietro ai servizi forniti tramite piattaforma digitale possano celarsi penetranti ingerenze ed abusi nell'organizzazione e nella gestione dell'attività lavorativa dei rider. Questi ultimi, ingaggiati con contratti di lavoro autonomo occasionale, venivano obbligati a turni di lavoro massacranti, sanzionati in caso di comportamenti sgraditi al committente e messi in pericolo nella loro integrità psico-fisica. Inoltre i rider vittime di caporalato e sfruttamento erano in gran parte stranieri, richiedenti protezione internazionale e residenti in centri di accoglienza; dunque soggetti particolarmente fragili, vulnerabili e più facilmente ricattabili per ragioni legate alla regolarità del loro soggiorno nel territorio dello Stato.
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