Blackbirds. I corvi siamo noi

Blackbirds. I corvi siamo noi

Perché i racconti? Perché sceglierli, preferirli e amarli? Si potrebbe rispondere che sono facili, duttili, pratici... come i fastfood e oggi con la fretta che c'è un racconto commestibile prima di andare a letto ci sta. Un romanzo no. Mi direte, lo slow food è un'altra cosa, il romanzo pure, ma c'è spazio per entrambi, dipende dai momenti, dalla disponibilità. Tutto qui? Forse tu lo leggerai in cinque o dieci minuti, ma io per inventarlo, per spremere la mia fantasia, scriverlo, soddisfare il mio ego, impiego tempo. Cioè, io pretendo da me che il racconto, corto o lungo che sia, dalla prima all'ultima riga ti tenga teso come una molla, che mano a mano aumenti la tua curiosità, la tua apprensione, il desiderio impellente di indovinare il finale sino all'ultimo colpo di scena che ti lascerà di stucco! Anche quando il tragico si allinea al comico o l'alba tarda a venire. E i corvi appollaiati sui rami aspettano il sole per andare in ufficio o in cantiere o al supermercato o dentro al libro. Perché i corvi siamo noi! Mi spiego? E i corvi sono tredici rintanati in tredici racconti! Il tutto in un linguaggio sciolto, fluido, disinibito, tra rancori, sesso, amore e rock and roll....
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