Caro Jannik ti scrivo. Secondo set
“Questo non è un libro sul Tennis, no, o almeno non lo è del tutto. E no, questo non è un libro su Sinner, no, o almeno non lo è del tutto. Questo non è un libro, no: è una veglia. È il coro di chi, notte dopo notte, ha scelto una fede senza altari: il Tennis come lingua madre, Jannik come stella polare, noi come popolo in cammino. Qui Apollo e Dioniso si guardano negli occhi; qui la sconfitta si fa fucina e la vittoria geometria; qui ‘Scintilla’ non è un nomignolo, è un modo di stare al mondo. Caro Jannik ti scrivo – Secondo Set è il seguito che non continua: rilancia. Più cuore, più rito, più noi. Perché quando il buio scende, ci si salva così: tenendoci stretti e chiamando la luce per nome."
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