La marea del tempo

La marea del tempo

"Di nuovo al saccheggio. La rabbia di sentirci vittime di noi stessi, della nostra stupidità e indifferenza. Tutto un secolo così e, quel che è peggio, fino a quando. Non credo che meritiamo miglior sorte che morire affogati in questa routine domestica strapiena di innocenze e meschinità, di speranze e negligenze, di scandali silenziosi e applausi complici. Per questo l’esilio continuerà a essere, per alcuni, il nostro unico vivaio di sogni e speranze. Immolarsi nel prevedibile fallimento o fuggire davanti all’annunciata disfatta, questo è il problema. Il contrario, lo sfogo polemico, la rimostranza inselvatichita, ci conferma soltanto fino a che punto siamo prigionieri del nostro destino. La mia rinnovata gratitudine verso quelle creature intrepide, liriche e decadenti che, come dervisci erranti e sciamani della diaspora, incarnano la poesia del viaggio e ci incoraggiano a continuare a insistere in quell’assurda traversata del deserto che è la vita. E vada, nuovamente, il mio disprezzo verso coloro che ci negano la possibilità di conoscere le innumerevoli biforcazioni del cammino, le cicliche sorprese, le allucinazioni e le loro schiavitù, le polverose strade secondarie e le rocambolesche botole per il limbo, l’inferno e/o il paradiso, che configurano il nostro universo, finito però illimitato".
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