Etnografie trap. Il potere delle vite immaginate

Etnografie trap. Il potere delle vite immaginate

La trap è capace di creare un immaginario seducente e ricco di tensione contestataria, nelle sue contraddizioni noi fatichiamo a comprenderla, eppure dimostra molta più vicinanza alle lotte di liberazione contemporanee di altri generi musicali. La musica trap è parola pubblica, spazio espressivo e dimensione rituale in cui i giovani possono giocare a risignificare gli immaginari dominanti per sfidarli e rivendicare un altro tipo di presenza nella società. Per la costruzione del proprio futuro, i ragazzi incontrati dall’autrice, si devono orientare sulle mappe transnazionali inquinate dai simboli delle idee di buona vita e benessere neoliberale, come i modelli di mascolinità winner, la competizione dei like sui social e l’ossessione per le merci brandizzate. Attraverso un linguaggio per iniziati, i trapper delle periferie mettono in scena gli elementi più disturbanti di questa ideologia, mentre cercano di sottrarsi al paternalismo invadente e punitivo che agisce con il bastone del sistema penitenziario e la carota del welfare. Camminando tra le macerie dello stato sociale, la ricerca etnografica di Francesca prova a capire ciò che la musica trap rappresenta per i minori stranieri non accompagnati e nel frattempo diventa l’occasione per analizzare criticamente il proprio lavoro di educatrice e il potere istituente delle politiche migratorie. Prefazione di Mauro Van Aken.
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