Non per un dio ma nemmeno per gioco. Vita di Fabrizio De André

Non per un dio ma nemmeno per gioco. Vita di Fabrizio De André

L'educazione sentimentale di un "pettirosso da combattimento", di un poeta sempre pronto a pagare di persona. Una storia commossa e sincera, lontana dall'ufficialità come dall'apologia. Gli anni dell'infanzia, con Fabrizio, "Bicio", sfollato in una cascina di Revignano d'Asti; lo zio Francesco reduce dal campo di concentramento, prototipo di tante figure dolenti che popoleranno le sue canzoni. L'adolescenza e la giovinezza a Genova, tra i primi tentativi musicali, la ribellione contro la famiglia borghese e la scoperta del sesso – il "peccaminoso" amplesso in una chiesa e lo scandalo messo subito a tacere, l'appassionata relazione con una prostituta di Via del Campo –, l'alcol, la bohéme cittadina. E poi l'amicizia con Luigi Tenco, I primi timidi successi, il processo per oscenità a Carlo Martello. Gli anni della maturità e dei trionfi, il figlio Cristiano e la Sardegna, il sequestro, la malattia. Un testo ricchissimo, documentato e avvincente, che dà voce ai racconti di Fabrizio (interviste, colloqui personali, telefonate) e alle testimonianze di prima mano di amici famosi e no, da Paolo Villaggio, complice inseparabile degli anni genovesi, a Ivano Fossati, collaboratore dell'ultimo album, ai genitori di Fabrizio, ai compagni di scuola e di strada.
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