Col corpo capisco

Col corpo capisco

"Una coppia è un sacco di gente" commenta una donna nella prima delle due novelle che compongono "Col corpo capisco", il nuovo libro di David Grossman che fa da seguito ideale a "Che tu sia per me il coltello", l'indimenticabile romanzo epistolare in cui il grande scrittore israeliano già ci mostrava come la vita vissuta nell'immaginazione sia spesso più 'vera' della vita reale. Una coppia - ma il discorso si può estendere a qualunque genere di relazione fra due persone - è un sacco di gente perché nel rapporto entrano fatalmente in gioco anche altre relazioni. Sicché la nostra identità assume molte sfaccettature, si moltiplica nel pensare a questi altri che agitano la nostra immaginazione. Con lo stile avvolgente e 'impudico' con cui già in "Che tu sia per me il coltello" costringeva il lettore a scavare dentro di sé, Grossman ci invita così ad affrontare uno dei sentimenti più potenti: la gelosia. E lo fa in due splendidi lunghi racconti in cui un personaggio narra finalmente a un altro (ma sarebbe meglio dire: a se stesso) una storia di tradimento di cui è, o si sente, vittima. Nel primo è Shaul a confessare con quanta passione e intensità lui stesso vive la relazione che sua moglie intrattiene da dieci anni con un altro uomo. Perché da dieci anni Shaul ne spia con la mente ogni mossa, ne immagina nel dettaglio ogni incontro, sedotto e ammaliato da quei due. Forse addirittura innamorato di essi, al punto da aver costruito tutta la sua vita su quel tradimento. Nel secondo a parlare è Rotem, tornata al capezzale della madre morente per leggerle un racconto in cui, dopo anni di distacco, ha cercato di ricostruire l'intensa relazione nata, quando lei era ancora adolescente, fra la madre, insegnante di yoga, e un ragazzo che le era stato affidato perché lo aiutasse a "diventare un uomo". Nella trama immaginaria da lei ricostruita, in quel racconto che è prima di tutto scavo dentro se stessa, Rotem riesce a chiarirsi il mistero di quel che ha sempre vissuto come un tradimento, fino a trovare la madre che pensava di non aver mai avuto. Ciò che sorprende in questo libro è la capacità dei personaggi di usare l'immaginazione (il racconto, la letteratura) per trascendere i propri limiti e le proprie inibizioni, per guardare all'altro - e a se stessi - sotto una luce diversa. Per rinnovarsi, rinascere, e adottare un linguaggio sentimentale nuovo. Ha scritto un noto critico israeliano: "La lettura di "Col corpo capisco" è un'esperienza intensa e toccante. Siamo davanti a una nuova fase nell'opera di Grossman e a uno dei più grandi libri della narrativa israeliana contemporanea".
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