Porta di Damasco

Porta di Damasco

In una Gerusalemme di fine millennio, dilaniata dall'intifada e da mille complotti reali e fittizi, un giornalista americano, disincantato e alcolizzato, si innamora di una donna bella, affascinante, ottima cantante jazz e soprattutto credente. Ma in che cosa e in chi crede Sonia Barnes e perchè Christopher Lucas non riesce a condividere la fede? "Sindrome di Gerusalemme" è la singolare malattia su cui Lucas vorrebbe addirittura scrivere un libro: ogni anno, nella città delle tre religioni, giungono pellegrini che si convincono di essere nuovi messia, o antichi personaggi delle sacre scritture: Gesù, Giovanni Battista, Maria Maddalena e persino Sansone. Alcuni sembrano sinceri, come Adam De Kuff, il predicatore che Sonia decide di seguire. Altri sono figure più ambigue, talvolta legate a gruppi di fanatici integralisti o terroristi. Una storia, in particolare, ricorre in tutte le trame vere o immaginarie ambientate a Gerusalemme. Si dice che qualcuno progetti di far saltare la spianata dove sorge la Cupola della Roccia e la Moschea musulmana, per ricostruire il Tempio di Salomone. Progetto troppo pazzo per apparire vero, e perciò più facile da mettere in atto, forse. Porta di Damasco è il nome occidentale della Bab al-Amud, la porta della Colonna nella città araba, ed è il nome che Lucas preferisce perchè evoca per lui "una visione verso il mistero", la luce interiore, la trasformazione improvvisa. Nella sua posizione di agnostico malinconico, Lucas si muove tra le fazioni religiose gerosolimitane vivendo uno straniamento particolare: gli ebrei ignorano i musulmani che ignorano gli ortodossi e i cattolici. Tutti fingono una reciproca invisibilità, e Lucas si sente l'unico condannato ad accorgersi del pericolo terribile che cova in quel crogiolo esplosivo.
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