Origini della filosofia analitica

Origini della filosofia analitica

La tendenza, oggi dominante, a qualificare "anglo-americana" la filosofia analitica stravolge completamente il contesto storico da cui trae origine e alla luce del quale essa potrebbe dirsi piuttosto "anglo-austriaca" che "anglo-americana". L'Europa centrale fu percorsa durante tutto l'Ottocento da molte correnti filosofiche diverse: più d'una di esse contribuì alla formazione della filosofia analitica che, prima dell'ascesa al potere di Hitler, poteva considerarsi più un fenomeno dell'Europa centrale che un fenomeno britannico. Husserl è il fondatore della scuola fenomenologica, Frege il "nonno" della filosofia analitica: eppure, uno studente che intorno al 1920 si fosse accostato alle opere di entrambi non avrebbe scorto solo differenze, ma anche profonde somiglianze. La domanda al centro di questo libro è: quale piccola tessera nel pensiero di ciascuno si ingigantì fino a generare fisionomie filosofiche così diverse? La risposta di Dummett è che, mentre per quei filosofi che, come Wittgenstein e Carnap, costruirono sulle fondamenta gettate da Frege la "svolta linguistica" fu il passo naturale da compiere per rendere conto dell'oggettività dei contenuti di pensiero, né Husserl né i suoi seguaci percorsero questa via. Osservata più da vicino e con l'occhio rivolto al dibattito in corso nella filosofia della mente, la posizione di Husserl, così come Dummett la ricostruisce in questo celebre saggio potrà sembrare ad alcuni assai più convincente e lungimirante di quella di Frenge - una ragione in più per rileggere con occhi nuovi l'opera di questi due filosofi.
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