Stanza 411

Stanza 411

Dentro una stanza d'albergo, al centro esatto della città di Roma e a pochi passi dal Pantheon, una voce di donna racconta una storia, e la racconta rivolgendosi a un uomo. La donna si guarda allo specchio, esamina minuziosamente il proprio corpo, nudo. Da lí inizia la storia. E da un uomo che è lí, e poi non c'è piú, sembra essere slittato indietro nel tempo. Va e viene, come le immagini dei sogni. La storia che la donna racconta all'uomo è la storia di un amore, il loro, ma potrebbe benissimo essere un altro; sia l'amore, che l'uomo. Non ha importanza come si chiamino, quest'uomo e questa donna. Sono lí. In un eterno presente che è quello delle storie d'amore, di ogni storia d'amore. La storia viene ripercorsa in tutte le sue tappe, nella nascita della passione, nella voglia di lei di abdicare a se stessa donandosi a lui, e nella scoperta della violenza e del rifiuto, ma non in modo cronologico; come la struttura circolare del Pantheon, ogni storia d'amore è una storia di ripetizioni, e anche di altre storie, suggestioni, immagini, che si innestano alla linea principale e la fanno deviare. Un romanzo che sembra una confessione ma è impietoso come una geometria. Una educazione sentimentale per l'età che aveva rinunciato ai sentimenti.
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