L'infanzia nelle guerre del Novecento

L'infanzia nelle guerre del Novecento

Nei disegni di guerra fatti dai bambini le strade sono molto rare e non collegano mai due luoghi. Tutto si riduce a un punto dove c'è il corpo senza vita di qualcuno oppure un veicolo brucia. Metafora di una vita sospesa, l'assenza di strade rinvia alla responsabilità degli adulti che devono costruirle e aiutare i bambini a ritrovarle. La guerra è una frattura profonda nella vita di chi ne faccia esperienza, condiziona i comportamenti successivi, sedimenta le memorie che si radicano nell'identità. Lo è ancora di più per l'infanzia per la quale, nella stratificazione delle diverse età che la compongono, la guerra coincide con il tempo della formazione, della definizione di se stessa, della costruzione di un proprio sguardo sul mondo. Che siano stati mobilitati, resi protagonisti passivi o attivi della violenza, colpiti da traumi e perdite, rimasti soli oppure, al contrario, attraversino il tempo della guerra protetti e non invasi dagli effetti più laceranti, i bambini sono stati in ogni caso sempre più coinvolti e condizionati dai conflitti armati del Novecento e gettati sulla scena fino a trasformarsi, nella seconda metà del secolo, in veri e propri combattenti. E ciò è accaduto all'interno di un paradosso: all'affermarsi e al diffondersi di un sistema di protezioni nazionali e internazionali per i civili nei contesti di guerra, con un'attenzione specifica nei confronti dei bambini, è corrisposto un progressivo e crescente coinvolgimento diretto e indiretto dell'infanzia.
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Recensione del libro fornita da lottavo.it

Di Irma Loredana Galgano

Come si è potuto credere che dopo la firma degli accordi che decretavano la fine dei conflitti l’unica cosa che rimaneva da fare era la ricostruzione post-bellica dei territori devastati? Come si può pensare che la devastazione della guerra non abbia modificato e compromesso per sempre coloro che l’hanno vissuta in prima persona, maggiormente se bambini e bambine? Come ci si può illudere che una guerra non porti dei ‘cambiamenti’ a livelli globale? Intere etnie sterminate, popoli distrutti, traumatizzati, sfollati, costretti a spostarsi, a migrare… E soprattutto come è potuto accadere che tutto questo sia sempre rimasto fuori dai libri di...

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