Il filosofo e la catastrofe. Un terremoto del Settecento

Il filosofo e la catastrofe. Un terremoto del Settecento

Il terremoto calabrese del 1783 suscitò un'enorme impressione ed ebbe un'eco larghissima nella coscienza dei contemporanei. Già sollecitata dal precedente e non meno terrifico esempio di Lisbona, la società civile di fine Settecento sviluppò, in questa nuova catastrofica occasione una fittissima trama di indagini, discussioni, polemiche sulle cause dell'evento sismico, sui suoi significati filosofici e simbolici, sulla sua stessa natura fisica e portata cosmologica. In effetti, osserva Placanica, "un grande terremoto 'rappresenta' la fine del mondo: esso non solo uccide l'esistenza biologica, ma rompe i cardini della natura, spezza l'asse della terra, risospinge la società e la storia all'indietro". E anche la successiva ripresa, in cui la vita riassume i ritmi abituali, si carica di significati, diventa "rinascita" e spinge gli uomini a pensare entro una dimensione virginale insospettata: "l'economia e la giustizia, l'ordine sociale e limmaginazione, la memoria e il presagio, Dio e il Male, tutto risorge, ma tutto viene messo in discussione". Questo libro, scritto a suggello di una ventennale appassionata frequentazione dell'argomento, lascia volutamente in secondo piano lo studio delle conseguenze oggettive del terremoto, l'analisi dei processi che esso contribuì ad innescare nella società calabrese a venire, e si concentra invece proprio sul terremoto "in idea", sulle sensazioni da esso provocate, sulle riflessioni e i pregiudizi circa le sue cause, sulle analisi e sulle favole che sono state addotte o inventate per spiegarne gli effetti. Al centro della scena, la polemica scientifica, la controversia tra innovatori e tradizionalisti; a fianco, i temi avvincenti della sensibilità e dei comportamenti di massa, la giustizia e la fede, l'amore e il lutto, la speranza e il sesso; e tutt'intorno la società colta del tempo, l'universo delle relazioni intellettuali che accomunano in un unico sforzo centri e periferie, pensatori grandi e piccoli, geologi e poeti.
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