Silenzio in Emilia

"Ci sono molte credenze legate ai morti, che però in tempi moderni non valgono più. La gente non ci crede o non ci pensa, ecco il perchè. Ma dice un tale dalle mie parti che i morti tornano spesso dove hanno vissuto, delle volte passandoci in treno di notte, oppure delle altre compiendo un'azione tipica della loro vita. Come quel muratore di Marmirolo che un giorno è tornato al suo paese dopo tanti anni che era morto, ha costruito una casa, poi è tornato via." Comincia così il primo degli undici racconti di questo libro, popolati da una serie di personaggi il cui unico destino pare sia quello di continuare a girovagare intorno ai luoghi della propria esistenza, immemori del tempo trascorso, e alle prese con un mondo cambiato ma sorprendentemente simile ai ricordi, alle ossessioni, alle immagini che ancora li perseguitano. Sullo sfondo si staglia un'Emilia fatta di paesi sconosciuti, cieli grigi, lunghi filari di pioppi, gente che aspetta la corriera, donne che fanno la spesa sotto i portici, tante bottiglie di vino rosso, trattorie, bocciofile, fabbriche di ceramiche. Inquiete figure che si ritrovano in situazioni inspiegabili, hanno come dei giramenti di testa, sono confuse, sempre con la strana sensazione di aver perso qualcosa o dimenticato perché sono là, in quel silenzio, "così grande che a udirlo ci si spaventa".Il linguaggio è vivo, descrive con parole essenziali la rapidità degli avvenimenti e la spontaneità dei monologhi sconcertati dei protagonisti, ed esclude qualsiasi forma di cupezza o angoscia; un libro che sta per conto suo, realistico e un po' visionario, contemplativo e allo stesso tempo ricco di azione.