La parola a don Chisciotte

La parola a don Chisciotte

Dare giudizi frettolosi e superficiali ci viene semplice e immediato, anche sui libri: basta scrivere una recensione su Amazon dicendo che Moby Dick è verboso, o che don Chisciotte non fa più ridere, o ancora che Zarathustra è poco credibile, e il gioco è fatto. Ma cosa direbbero loro se potessero uscire dal silenzio? Quale sarebbe il loro giudizio su di noi? E se fosse Zarathustra o Frankenstein in persona a “recensirci”? In un’epoca dove dare sentenze e valutazioni è facile e gratuito, mentre la curiosità è diventata merce rara e preziosa, i personaggi dei libri prendono la parola e dicono senza peli sulla lingua quel che pensano dell’essere umano di oggi. Gulliver, dopo le sue innumerevoli avventure, ha qualcosa da dire sugli attuali finti esploratori, mentre don Chisciotte si sente ferito nell’orgoglio quando vede la nostra mancanza di autoironia. Il Socrate di Platone dissente dai filosofi televisivi, sempre intenti a gettare un velo di verità assoluta sui dubbi che dovrebbero guidarci; e poi il pianeta Solaris è disgustato dai guru pieni di risposte, così come Dracula rimane perplesso di fronte alla nostra fascinazione per il male. Dieci personaggi letterari dicono finalmente la loro sull’umanità odierna attraverso dialoghi satirici e ragionamenti filosofici, ricordandoci che non sono i libri a dover essere alla nostra altezza: siamo noi che, di fronte alla loro grandezza e genialità, dobbiamo metterci in discussione. Con una vena tagliente e un intento filosofico, La parola a don Chisciotte è un tentativo di ricordarci che dovremmo spogliarci dei nostri pregiudizi e che i libri sono vivi, sempre, e spesso più vivi di noi.
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