Le età del desiderio. Adolescenza e vecchiaia nella società dell'eterna giovinezza

Le età del desiderio. Adolescenza e vecchiaia nella società dell'eterna giovinezza

Ogni età deve rinegoziare le cose col mondo, con gli altri, col corpo alle prese con le proprie trasformazioni esterne e interne. Solo lo sguardo reciproco tra genitori e figli, maestri e allievi può frenare l'irruenza della vita e «renderla materia di studio e di ispirazione artistica, scenario di sogni e fantasie, paesaggio interiore.»«Se agli occhi dell’adulto appaiono come le stagioni più fragili dell’esistenza, adolescenza e vecchiaia sono in realtà le due età dell’uomo che più hanno a che fare con il nucleo profondo di noi stessi, con l’affermazione alla vita. Ma sono anche età drammatiche perché devono accogliere i cambiamenti del corpo, (ri)costruire un’identità sociale» - Jessica Chia, la Lettura «Il primo esercizio vocale della nostra storia è stato un grido. Urlare alla vita nel momento della nascita significa farle da subito opposizione, resistere a quella realtà traumatica che si abbatte contro di noi. La vita continuerà a mantenere i suoi tratti di insostenibilità», perché a ogni età ci costringerà a crescere e a trasfigurarci. Ciascuno, infatti, nel corso della sua esistenza attraversa per due volte una trasformazione che rompe tutti gli equilibri. Questi due momenti sono l'adolescenza e la vecchiaia, le età per eccellenza della vita, le età del desiderio, nelle quali l'esperienza del proprio corpo e del mondo cambia completamente e si traduce in un nuovo sentimento delle cose. Essere adolescenti significa sperperare per poter ereditare ed essere vecchi significa imparare l'arte di tramontare. Adolescenza e vecchiaia, mostra Francesco Stoppa, «sono le età in cui dire di sì alla vita, nel primo caso salendo sulla scena, nel secondo sapendo uscirne». Come si può trovare salvezza? Come si affronta l'assoluta insostenibilità della metamorfosi che ci coglie necessariamente impreparati? Da questa prospettiva del tutto inedita scopriamo un significato nuovo nel rapporto tra le generazioni, perché esiste un vuoto che solo lo sguardo reciproco tra un genitore e un figlio, un maestro e un allievo può riempire. Con una lingua suggestiva e con l'aiuto di alcuni struggenti riferimenti clinici, Stoppa esplora gli enigmi, le contraddizioni e le sfide che animano ogni passaggio generazionale.
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