Senza ritegno. Il cane e la donna nell'immaginario della Grecia antica

Senza ritegno. Il cane e la donna nell'immaginario della Grecia antica

Quando Zeus ordinò di costruire la prima donna, Hermes infuse nel suo bellissimo corpo un'indole 'di cagna'. Così raccontava il mito. La storia del contatto simbolico tra il cane e la natura femminile, nell'immaginario greco, comincia dunque con Pandora, progenitrice e primo esemplare di quella 'razza delle donne' che vanterà tra le sue file una lunga teoria di figure dai tratti canini: mogli rovinose come Elena e Clitemnestra, madri infuriate come Ecuba, mostri divoratori come Scilla, divinità minacciose come le Erinni ed Ecate. Perché il cane e la donna appaiono così spesso associati nella letteratura, nel folclore e nel mito? Il volume ricostruisce gli antichi tracciati che delineavano la complessa fisionomia del cane nell'immaginario antico, da Argo, prototipo della fedeltà canina, a Cerbero, mostro feroce che custodiva l'entrata al regno dei defunti, per giungere a illustrare la presenza del cane in alcune espressioni culturali diffuse. L'autrice propone inoltre una spiegazione dell'apparente paradosso per cui, in Grecia come in altre civiltà del passato e del presente, un animale così vicino all'uomo attivi elaborazioni culturali di segno quasi sempre negativo. Lo stesso destino che toccava, e tocca in molti casi, ad altre figure, le più diverse e insieme le più simili a sé che l'uomo conosca: le donne.
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