Disabilità e sussidiarietà. Il «dopo di noi» tra regole e buone prassi

Disabilità e sussidiarietà. Il «dopo di noi» tra regole e buone prassi

Nel 2000 la legge n. 388 stanziò finanziamenti per il sostegno di interventi svolti da associazioni di volontariato e da altri organismi senza scopo di lucro, per la cura e l'assistenza di soggetti con handicap grave, per il tempo successivo alla perdita dei familiari. Sulla base di quei finanziamenti in molte Regioni sono nate strutture per il c.d. "dopo di noi" attraverso le quali sono stati inaugurati percorsi che hanno consentito alle famiglie di sperimentare periodi di sollievo e di costruire gradualmente l'indipendenza del proprio congiunto, nel c.d. "durante noi". L'attenzione sul tema, almeno da parte del livello centrale di governo, è andata però diminuendo nell'ultimo decennio, e ciò ha comportato il venir meno dei finanziamenti che consentivano a queste strutture di operare. Nella assenza di una politica nazionale sul tema, molte organizzazioni del terzo settore, grazie all'elevato grado di progettualità che le caratterizza e alla credibilità che riscuotono sul territorio in cui operano, si sono fatte promotrici, anche attraverso il coinvolgimento di soggetti pubblici, di percorsi nuovi - le "fondazioni partecipate", con il contributo dell'ente pubblico, per la creazione di case-famiglia - per far fronte al problema del venir meno della rete familiare.
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