Paure medievali. Epidemie, prodigi, fine del tempo

Paure medievali. Epidemie, prodigi, fine del tempo

Il Medioevo ci parla oggi con voce forte, attraverso le tante paure che assillavano donne, uomini, bambini: paura della fine, della miseria, della fame, delle malattie, della lebbra e della peste in particolare, fino alla paura del diverso, dello straniero, degli ebrei, dei musulmani, dei mongoli. Un libro di lugubri sciagure che si susseguono, dunque? No. Un libro che pone domande, addita problemi, cerca risposte.«Carestie, fame, uomini di pelle scura assetati di sangue, angeli vendicatori, ebrei cannibali. E naturalmente le malattie. Per completare il quadro delle paure nel medioevo, ecco quella (insieme alla morte) impossibile da combattere: l'infermità» - Annachiara Sacchi, La Lettura«Ne Le paure del Medioevo Chiara Frugoni le racconta e le documenta, con le fonti scritte, ovviamente, ma anche con le immagini. Come gli altri numerosi libri di questa studiosa, è un volume da leggere, ma anche da sfogliare e guardare. L'impressione che se ne ricava è che nel Medioevo non solo avevano paure simili alle nostre, ma se le raccontavano con mezzi simili ai nostri, con effetti quasi audiovisivi, con figure scolpite o dipinte, che sembrano in movimento, danzanti e gesticolanti, o addirittura parlanti, con le scritte sui cartigli che servono da spiegazione, anzi persino col fumetto che gli esce di bocca» - Siegmund Ginzberg, RobinsonUn passato sorprendentemente vicino, nel momento in cui con sgomento ci troviamo ad affrontare realtà che si ritenevano scongiurate da secoli, come le pandemie causate da virus, o assistiamo alle ricorrenti catastrofi ecologiche, o valutiamo i rischi – spesso portati dall'aggressiva mano dell'uomo – che minacciano il pianeta. Il Medioevo ci parla oggi con voce forte, attraverso le tante paure che assillavano donne, uomini, bambini: paura della fine, della miseria, della fame, delle malattie, della lebbra e della peste in particolare, fino alla paura del diverso, dello straniero, degli ebrei, dei musulmani, dei mongoli. Un libro di lugubri sciagure che si susseguono, dunque? No. Un libro che pone domande, addita problemi, cerca risposte. Non siamo più in quel Medioevo, ma gli esseri umani sono ancora gli stessi, nascono, amano, crescono, sperano, si spaventano. Oltre ad alcune curiosità – una data di nascita sbagliata per Cristo, le reazioni suscitate dall'arrivo dell'anno Mille – scopriremo quale evento all'improvviso fece degli ebrei i nemici della porta accanto; che legame esiste fra la nascita del purgatorio e la circolazione di temi macabri nelle chiese, come si contrastò il dilagare delle carestie. Alcuni testimoni privilegiati renderanno palpabili anche a noi i drammi delle loro epoche, mentre uno smagliante corredo di immagini accompagnerà il racconto rendendolo vivo ed emozionante.«... imperocché, come uno si poneva in sul letto malato, quegli di casa sbigottiti gli diceano: "Io vo per lo medico", e serravano pianamente l'uscio da via, e non vi tornavano più. Costui abbandonato dalle persone e poi da cibo, ed accompagnato dalla febbre si venia meno... Le case rimanevano aperte, e non era ardito persona di toccare nulla, che parea che le cose rimanessero avvelenate, che chi le usava gli s'appiccava il male.» (Marchionne di Coppo Stefani, Cronaca fiorentina, 1348 (rubr.634)
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