Le chiese d'Oriente. 1.Da Giustiniano alla caduta di Costantinopoli

Le chiese d'Oriente. 1.Da Giustiniano alla caduta di Costantinopoli

La storia del cristianesimo non si esaurisce con le chiese europee. Anche se le chiese occidentali sono meglio conosciute, tuttavia un notevole sviluppo lo ebbero quelle orientali, situate in quella parte dell'impero romano: là si tennero grandi dibattiti teologici e i primi concili ecumenici su cristologia e Trinità; là maturò un diritto ecclesiastico favorevole ai cristiani e alle loro chiese, oltre a un vasto fiorire di comunità per i diversi loro riti. Costantinopoli era il centro di quello sviluppo: le molteplici altre vicende dello stesso cristianesimo con le diverse culture dei popoli interessati e le conseguenze di occupazioni militari e politiche durate secoli, sotto un'unica autorità politica, non beneficiavano però di un'unica autorità religiosa. Dal VII secolo in poi aumentava l'importanza delle chiese occidentali, di Roma anzitutto, dove erano giunti Pietro e Paolo, e dove più tardi Carlo Magno cooperava a unificare la liturgia e a controllare la dottrina, aspetti questi meno facili in Oriente, nonostante le iniziative dell'imperatore Giustiniano tese a mantenere l'unità teologica. Chiese separate dal ceppo bizantino continuarono peraltro a svilupparsi, in specie oltre i confini dell'impero romano d'Oriente, protette o meno dagli stati nei quali erano inserite. La loro storia continua a interessare, anche se la conquista ottomana di Costantinopoli nel 1453 doveva segnare una profonda cesura, con chiare ripercussioni pure in Occidente.
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