Senza Patricio

Senza Patricio

Un giorno, camminando per Buenos Aires, Walter Veltroni ha visto una scritta su un muro. Quattro semplici parole tracciate con la vernice: ' PATRICIO, TE AMO. PAPA' '. È insolito vedere un graffito dedicato da un padre a un figlio, e Veltroni ha immaginato una serie di storie che possono aver prodotto quel gesto. Sono storie che parlano di una grande nazione come l'Argentina, di un passato insanguinato, di oppressione e torture, ma anche di amore - gli amori puri e assoluti dell'infanzia e dell'adolescenza - e di miti popolari come il calcio. Sono racconti sulle angosce e sulle aspirazioni degli uomini e delle donne del nostro tempo: la minaccia del terrorismo, il bisogno di agire contro le ingiustizie, l'ansia di dare un senso tutto umano all'esistenza o di trovare un Dio in nome del quale lavorare per aiutare gli uomini. Sono vicende in cui le fantasie, i desideri, i sogni dei protagonisti si innestano nella realtà della cronaca e della storia, da cui affiorano personaggi come Osvaldo Soriano o Antoine de Saint-Exupéry. Soprattutto, questo libro - in cui per la prima volta Veltroni si abbandona completamente all'invenzione narrativa - è un tributo all'amore che lega i padri e i figli, e ai sentimenti che accompagnano un rapporto tanto profondo: la competizione, il rispetto, l'emulazione, ma anche la speranza e la disperazione, per un figlio perduto, per un padre mai conosciuto.
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