Prima della quiete. Storia di Italia Donati

Prima della quiete. Storia di Italia Donati

Nata a Cintolese il primo gennaio del 1863 e morta a Porciano il primo giugno del 1886, Italia Donati è stata finora solo un nome perduto, dimenticato, rimosso. Di famiglia umilissima e addirittura strangolata dal bisogno e dalla fame, nel cuore della val di Nievole contadina, questa creatura volle diventare, a dispetto di ogni coazione di classe, tra pregiudizi e invidie, maestra comunale. A quell'epoca, annota Elena Gianini Belotti nelle prime pagine del suo romanzo così appassionato e appassionante, "l'istruzione doveva apparire un lusso inconcepibile, una pretesa scandalosa, un'ambizione colpevole che suscitava soltanto biasimo". Per Italia - di cui un superstite ritratto rimanda a chi lo guardi un'immagine di "gentilezza e ritrosia, sensibilità e timidezza" - il gesto dell'emancipazione coinciderà con la trappola mortale" che la prepotenza, l'ignoranza, la protervia, la violenza delle autorità e dell'intera comunità prepareranno con inaudita crudeltà, mediante il ludibrio e la diffamazione, l'insulto e l'isolamento. Nessuno può dirsi innocente, tranne la protagonista. Quella dell'insegnante vilipesa è, in ogni senso, un'epica della fatica, della determinazione e del sacrificio, laddove per lei (come per tante altre donne) la scelta da seguire rimane chiusa tra la stretta del bisogno e l'orgoglio dell'onestà. Italia, alla fine, sentirà di non appartenere più ad alcun luogo e a nessuno. Senza spazio, esiliata. Ispirato e fedele a una vicenda realmente accaduta, questo romanzo di Elena Gianini Belotti racconta perciò la storia di una persecuzione, di un lungo e lento e dolente addio controvoglia alle ragioni della vita, di un destino segnato dal congedo e infine di un rimorso a cui qui, con le armi della letteratura e della prossimità sororale, si rendono corpo, voce, gesti, parole e dunque giustizia a chi, per candore e nobiltà di cuore, non l'ebbe al tempo suo, infettato di sessismo. Quella di Italia Donati - esemplare e struggente figura che il lettore non dimenticherà più - non sarà tuttavia una resa, bensì l''indignata rivolta', l'atto d'accusa, l'urlo contro l'umiliazione della risolutezza e della mitezza femminili.
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