La farfalla rossa

Concatenarsi alle voci e alla solitudine dell'altro, essere se stessi, fare grandemente le piccole cose della quotidianità, è l'auspicio in filigrana de La farfalla rossa dello scrittore abruzzese Luciano Ricci. Il personaggio centrale è un ceramista che eredita da un suo anziano professore un'insolita passione: collezionare le scritte, ovvero fotografare quelle frasi che si incidono, per bisogno di comunicazione o per noia, per passione o per disperazione, un po' ovunque, sui muriccioli di periferia o sui tronchi degli alberi, che si graffiano sulle panchine, sui pilastri e sui chioschi. Confessioni impulsive o pensieri mediati, si rivelano tracce di anime, appunti di storie, spie di intimissimi ardori, paure e speranze. Mentre le foto si accumulano nelle buste, la narrazione intreccia storie di altri esseri, ciascuno colto in uno snodo cruciale della propria esistenza. Come Failla, una giovane cieca, sciatrice agonistica, che è alle prese con una difficile prova sportiva: le Olimpiadi della neve e un sentimento inaspettato, vissuto con pudore e immaginazione. Un romanzo di formazione e di educazione sentimentale, che tratteggia con raffinata sensibilità e garbo quasi pudico, attraverso una cifra stilistica personalissima, ricca di invenzioni e di grandissima espressività, il tentativo dell'uomo di inserire l'unicità della propria vita nella più vasta avventura del mondo.