Diventare Mourinho. Lui ha cambiato la Roma. Roma ha cambiato lui

Diventare Mourinho. Lui ha cambiato la Roma. Roma ha cambiato lui

Dopo l’esperienza negativa sulla panchina del Tottenham, agli occhi dell’opinione pubblica José Mourinho era diventato decisamente meno Special, e non erano in pochi a considerarlo «bollito», sul viale del tramonto, la controfigura dell’alieno che negli anni precedenti aveva conquistato titoli in tutte le competizioni nazionali ed europee. Eppure, quando le voci sul suo arrivo a Roma hanno iniziato a diffondersi, il popolo romanista ha reagito con un misto di entusiasmo e incredulità. Non sono mancati gli scettici, certo, ma nessuno poteva rimanere indifferente di fronte a una notizia del genere. Ivan Zazzaroni, mourinhano della prima ora, ha seguito l’avventura romanista del tecnico portoghese dagli albori, raccontando sulle pagine del Corriere dello Sport-Stadio gli alti e i bassi di una stagione che ha riportato un trofeo europeo nelle bacheche di Trigoria dopo un digiuno durato più di sessant’anni. Ma, soprattutto, ha compreso che nella carriera di Mou c’è uno spartiacque. Una cesura che si chiama Roma. Nella capitale Mourinho è cambiato, è diventato più razionale, meno istintivo, senza per questo tradire il carisma e il fascino che da sempre ammantano la sua figura. Quello romano e romanista è un Mourinho mai visto prima, un uomo che «ha raggiunto un equilibrio quasi perfetto» e ha scoperto «un mondo nuovo quanto antico».
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